Ecco la prima ampia retrospettiva post mortem a Londra alla Tate Modern dedicata a ‘Richard Hamilton’, figura rilevante della pop art britannica, scomparso nel 2011.
Nel 1992 la Tate aveva già organizzato un’importante retrospettiva su Hamilton.
Mark Godfrey, responsabile della mostra:
“Sul finire degli anni 80 si era reso conto che la cultura britanica aveva un compito, quell’ottimismo che aveva percepito all’inizio degli anni 60, e attraverso gli anni 60, doveva essere ancora espresso e vissuto. C’era un senso di delusione in relazione a quello che era la vita degli anni 80. Ed è stato il momento in cui realizzo’ ‘Treatment Room’ in cui appare la figura di Margaret Thatcher”.
Il critico e scrittore William Feaver sostiene che questa mostra indica l’unicità dell’apporccio artistico di Hamilton.
William Feaver, scrittore:
“E’ un po’ come entrare in una enciclopedia di lavori con l’insieme delle idee di Richard, quello che ha rappresentato nel XX e XXI secolo, quasi un processo “metabolico” delle cose. Coglie l’arte degli altri e la ritrasfoma dando prova d’ingegno, intelligenza, sarcasmo al di là di quello che l’occhio puo’ cogliere”.
‘My Marilyn’ My Marilyn del 1965 è stato un omaggio alla star ma allo stesso tempo anche una riflessione sulla relazione con la fotografia.
Hamilton ha trascorso una vita sotto la fascinazione della rima dell’irlandese James Joyce.