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Dal ring al palcoscenico, l' "Incontestabile Verità" di Mike Tyson

2014-10-14 141 Dailymotion

“L’uomo più cattivo del mondo”.
Era conosciuto così, per le sue bravate fuori e sul ring. L’ex campione mondiale di pesi massimi, il leggendario e alquanto controverso Mike Tyson ci racconta la storia della sua vita in un crudo monologo teatrale.
Lo incontriamo al
Grimaldi Forum di Monaco

Isabelle Kumar:
Mike Tyson, grazie mille per essere con noi su Global Conversation. E’ qui per il suo spettacolo da solista: Incontestabile Verità (Undisputed Truth) che traccia gli alti e bassi della sua vita. Guardandolo si ha l’impressione che lei voglia chiarire un pò i fatti. E’ giusto?

Mike Tyson:
Non lo so. Io parlo alla gente di storie che più o meno sanno già, ma ne racconto i retroscena. Non penso di voler chiarire i fatti..

Isabelle Kumar: Le interessano le opinioni del pubblico su di lei o ha raggiunto un punto in cui…

Mike Tyson: No, voglio solo intrattenere il pubblico.

Isabelle Kumar: Cos‘è che la dà questa sicurezza sul palcoscenico, è l’esperienza come pugile che viene fuori sul palco?

Mike Tyson: Penso che la mia esperienza come pugile, ed essermi battuto davanti ad un grande pubblico, mi abbiano dato la sicurezza per esibirmi sul palcoscenico

Isabelle Kumar: Le dà energia?

Mike Tyson: Si, tonnellate di energia. Non importa se mi esibisco davanti a 20 mila persone o davanti a due.

Isabelle Kumar: Cos‘è per lei il successo? In passato lo poteva misurare dal numero di persone che metteva al tappeto. Ha avuto una carriera fenomenale. Oggi il successo è ancora importante per lei? e come lo misura?

Mike Tyson: Non so. Il successo è importante per tutti gli esseri umani, è importante per lei fare una buona intervista ed essere riconosciuta nel suo nel suo campo specifico, così come lo è stato per me nel mio. In qualsiasi settore, tutti vogliono essere notati per i loro risultati ed il loro duro lavoro, e anche a me piace.

Isabelle Kumar: Abbiamo chiesto al nostro pubblico online di mandarci delle domande e ce ne sono arrivate a fiumi. Ne abbiamo ricevuta una, da Adriel Moodley, che penso si domandino in molti: “Perchè è passato al cabaret?”. So che non è uno spettacolo solo comico, racconta anche le parti più drammatiche sulla sua vita, come ci è arrivato?

Mike Tyson: In America ho osservato un ottimo attore, Chazz Palminteri, che ha fatto un film intitolato “Il racconto del Bronx”.

Una sera l’ho visto riproporre l’intero film sul palcoscenico, tutto da solo. Il film ha avuto un incredibile successo ma penso che la sua interpretazione da solo, a teatro, sia stata migliore del film. E’ riuscito a catturare completamente l’attenzione del pubblico, 8000 o 9000 persone, ci ha accattivati, non sentivamo nient’altro che la sua voce. Ho pensato che fosse una sensazione fantastica e che volevo essere in grado di farlo anche io.

Isabelle Kumar:Ho letto la sua autobiografia e visto lo spettacolo, ha dovuto lasciare fuori alcune parti. Ci sarà mai un’“Incontestabile Verità” parte seconda?

Mike Tyson: Si abbiamo un altro spettacolo, ma l’Incontestabile Verità sta dominando, con tante rischieste, di cui sono molto grato. Non dovrei dirlo ma a volte vorrei che sbollisse un pò così potremmo avere l’opportunità di mostrare il prossimo spettacolo, che è altrettanto fantastico.

Isabelle Kumar: Ce ne parli un pò...

Mike Tyson: E’ come l’ “Incontestata Verità” ma si intitola “Assuefatto al Caos” (Addicted to Chaos), in pratica gli anni più dissennati. Parla di un sacco di cose che non sono stato capace di dire nel primo.

Isabelle Kumar: Ce ne può dire qualcuna?

Mike Tyson: C‘è questo episodio in particolare in cui dovevo essere intervistato da un giovane reporter, un ragazzo molto giovane e fragile. Quando è arrivato per l’intervista c’erano persone che lo deridevano, alcuni pugili, alcuni dei ragazzini fuori dalla palestra lo prendevano in giro. Allora ho fatto in modo che queste persone smettessero di umiliarlo ed è stata una buona intervista. Era il mese musulmano del Ramadan, indossavo i miei abiti musulmani e portavo con me il Corano, mi sono rivolto a loro dicendo: “Hey, lasciatelo stare, è un essere umano e merita di essere trattato con rispetto.” Dunque procediamo con l’intervista e due settimane dopo, al termine del Ramadan, ricevo una telefonata da un amico che mi diceva che era in palestra e l’FBI voleva vedermi. Mi sono recato sul posto e avevano completamente bloccato un’area di tre isolati, quando sono andato a parlare con loro, mi hanno mostrato una foto del giornalista chiedendomi se lo conoscessi. Ho risposto di si, che era il ragazzo che mi aveva intervistato due settimane prima, ho detto:“se ho fatto qualcosa che ha urtato i suoi sentimenti mi dispiace”. Ma l’ufficiale mi ha risposto: “No Signor Tyson, lei gli era piaciuto, a non essergli piaciute sono le 15 persone a cui ha sparato e alle nove che ha ucciso.” Era un serial killer.

Isabelle Kumar: Oddio

Mike Tyson: Era una sorta di cecchino. Il motivo per cui l’FBI era venuta a parlare con me era che il ragazzo, sul suo sito web,