La pista ciclabile che collega la stazione Termini con l’Università Sapienza, inaugurata appena tre mesi fa con un investimento di quasi 600mila euro, è già in condizioni disastrose. Il manto stradale è irregolare, in alcuni punti pericoloso, con grumi di bitume lasciati dopo interventi sulla rete elettrica. L’area, pensata per incentivare la mobilità sostenibile, è invece diventata un simbolo di degrado.
Non è un caso isolato: in molte zone di Roma, le piste ciclabili versano in condizioni precarie. In viale della Moschea, accanto alla pista si è formata una mini discarica con materassi e cartoni, mentre a viale delle Milizie la pavimentazione è piena di crepe. La situazione non migliora in viale Angelico, dove le radici dei platani sollevano l’asfalto, rendendo il percorso insidioso.
Sotto il Ponte di Ferro, malgrado i lavori di ristrutturazione in corso, permangono accampamenti abusivi e rifiuti ammassati. L’associazione BiciRoma denuncia: “Alcune piste sono impraticabili e pericolose, serve un piano urgente per la manutenzione”. Intanto, i ciclisti romani devono fare i conti con buche, ostacoli e incuria, mentre l’obiettivo di una mobilità sostenibile appare sempre più lontano.