https://www.pupia.tv - Bologna - SANITÀ. COMITATO PROFESSIONI DI CURA EMILIA-R.: L'OSPEDALE NON BASTA PIÙ
Bologna, 9 apr. - Uscire dall'ospedale per andare verso il territorio, coinvolgendo a tutti i livelli le professioni sanitarie sia per garantire un servizio più integrato ed efficace, sia per prevenire un futuro con sempre meno personale, visto che "nei prossimi anni tantissimi operatori andranno in pensione". Di questo si è parlato nell'incontro "Quale futuro per la sanità in Emilia-Romagna", oggi a Bologna nella sede storica della Croce rossa di via del Cane. Gli Ordini professionali dell'Emilia-Romagna dell'area sanitaria e sociosanitaria aderenti al Comitato unitario delle Professioni si sono confrontati con l'assessore regionale alla salute Massimo Fabi per manifestare le principali problematiche che attanagliano il comparto ma anche possibili istanze e soluzioni. Psicologi, assistenti sociali, infermieri hanno tracciato il quadro delle principali criticità 'bussando' alla Regione per discutere di cosa serve cambiare o potenziare per affrontare le sfide del futuro. "In un mondo sempre più complesso e per certi versi anche incerto, dove un insieme di transizioni stanno per giungere a meta- spiega Pietro Giurdanella, presidente regionale dell'Ordine delle professioni infermieristiche- quella ambientale, quella tecnologica, quella demografica ed epidemiologica, tutte le professioni sanitarie insieme vogliono essere al fianco della politica istituzionale". In questo senso, "c'è bisogno di cambiare il paradigma organizzativo per rispondere al meglio ai bisogni di salute". Come? "Oggi bisogna uscire dall'ospedale per andare verso il territorio- sottolinea Giurdanella- l'ospedale rimane un luogo privilegiato di cura dei bisogni dei cittadini ma non basta più. I nostri cittadini anziani fragili hanno bisogno anche di cura nel territorio ma soprattutto a domicilio. Lo si fa cn una rete integrata di professionisti che vanno verso il territorio, verso i domicili". Servono dunque equipe sanitarie sempre più eterogenee e multiprofessionali, con il valore aggiunto della presenza di assistenti sociali e psicologi che portano una "lettura dei bisogni che riguardano il benessere più psicofisico, mentale, sociale e relazionale delle persone- aggiunge Maria Chiara Briani presidente dell'Ordine Assistenti Sociali Emilia-Romagna- e quindi aiutano la gestione sanitaria in una prevenzione di aspetti di malattia che derivano dal benessere più generale". Questo può aiutare a prevenire anche "l'impatto della cronicità in alcune fasce della popolazione, si può garantire un benessere complessivo più duraturo e si può anche approcciare i bisogni della persona in maniera integrata e più efficace". In Emilia-Romagna, prosegue Briani, "partiamo da un buon livello che però va presidiato e implementato perché nei prossimi anni tantissimi operatori andranno in pensione. Le situazioni si trasformano, i problemi sono diventati più complessi. Non bisogna dimenticarci della p