Si concentrano sulle tracce ematiche trovate sui vestiti di Ilaria Sula e in diverse stanze del piccolo appartamento di via Homs gli approfondimenti della seconda settimana d’indagine sull’omicidio della studentessa di Statistica della Sapienza. Il reo confesso Mark Antony Samson continua a risultare poco credibile: il suo racconto vacilla e lascia aperti molti interrogativi, tra cui il ruolo – ancora da accertare – della madre, Nosr Manplaz, accusata finora di favoreggiamento ma forse anche di omissione di soccorso. Gli inquirenti ipotizzano che la giovane sia stata colpita già la sera del 25 e non il mattino successivo, come affermato dall’assassino. Gli orari restano incerti ma i segni di sangue sui vestiti fanno propendere per l’ipotesi di un’aggressione serale. Sospetti anche su una possibile fuga della vittima all’interno della casa e sulla dinamica dell’aggressione, aggravata dal sospetto che qualcuno, forse la madre di Samson, fosse presente e non sia intervenuto. Le ferite da difesa sulle braccia della ragazza potrebbero confermare un ultimo disperato tentativo di salvarsi.