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Pierfrancesco Favino a Cannes 2025 con Enzo: «Rifletto sul mio essere genitore»

2025-05-14 78 Dailymotion

NON SOLO MARIO MARTONE E IL SUO FUORI. Se il regista napoletano è l'unico italiano in concorso per la Palma d'Oro, altri nostri film e attori sono disseminati nelle altre sezioni del Festival di Cannes 2025. Per esempio, Piefrancesco Favino. L'attore romano è nel cast di Enzo di Robin Campillo, regista francese d'origine marocchina, che apre la sezione parallela e indipendente del festival: La Quinzaine des Cineastes.
Nel 2017, 120 battiti al minuto, film precedente del regista, aveva sconvolto e affascinato la Croisette, vincendo ben 4 premi, tra cui il Grand Prix Speciale della Giuria. Adesso tocca a Enzo, film dalla storia e dall'origine che è già da film. Perché avrebbe dovuto essere firmato Laurent Cantet, il regista Palma d'Oro per La classe. Ma Cantet è morto, a soli 63 anni. Il film è così passato al suo collaboratore di fiducia Campillo che ne fatto la storia di un'età acerba, come scrive Quinlan nella sua recensione da Cannes di Enzo, citando il francese Techiné e Guadagnino.
Nel cast, il nostro Pierfrancesco Favino, amatissimo in Francia e non solo al festival. A chiamarlo era stato proprio Laurent Cantet, per il ruolo di un padre in conflitto con il figlio 16enne. Il ragazzo, Enzo, vuole cercare la propria identità fuggendo dall'ambiente borghese della famiglia e l'incontro con il muratore ucraino Vlad lo mette di fronte a se stesso e alla propria sessualità.
Enzo è un film che ha fatto riflettere Favino sul proprio ruolo di genitore: «Come un qualsiasi padre che ha un figlio adolescente siamo gli uni in balìa degli altri, spesso tirati a destra e a sinistra da emozioni contrastanti. Da preoccupazioni. Dalla difficoltà di saper riconoscere l'individuo che hai davanti, indipendentemente dal fatto che sia tuo padre o tuo figlio. In questo film il tema è trattato senza nessun giudizio, con uno stile che consente a ognuno di noi di poter rivedere la propria storia e probabilmente, chissà, riuscire a costruire un dialogo».
Favino è uno dei firmatari della lettera-appello al Ministro Giuli in cui le associazioni di attori, autori e tecnici chiedono un incontro per discutere misure contro la crisi industriale del cinema italiano. A questo proposito ha affermato: «Per fare un ponte bisogna che da una parte e dall'altra si sia d'accordo e ascoltarsi. Bisogna ascoltarli e incontrarli, i lavoratori. E consentire loro di dire ciò che potrebbe essere più adatto, in questo momento di difficoltà, per poter attraversare il guado».