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Microbiota, i 5 falsi miti da sfatare: cosa dice davvero la scienza

2025-05-20 216 Dailymotion

È il protagonista silenzioso che popola ogni angolo del nostro corpo, dall’intestino alla pelle, dai polmoni alla bocca. Parliamo del microbiota, quell’universo brulicante di batteri, virus, funghi e altri microscopici coinquilini che ci abitano e influenzano quasi ogni aspetto della nostra salute, dall’umore alla digestione, dal sistema immunitario alla densità ossea. Da qualche anno è diventato il golden boy della medicina olistica e della ricerca scientifica, tanto che alcuni lo chiamano il nostro “secondo cervello”. Ma, come ogni star sotto i riflettori, anche il microbiota è finito nel mirino di mode, slogan fuorvianti e clamorosi falsi miti. Facciamo chiarezza con l’aiuto del biologo e nutrizionista Manuele Biazzo, Direttore Scientifico di The BioArte e "Coach del Microbiota felice".

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Microbiota, i batteri non sono in sovrannumero
Per anni si è creduto che il corpo umano ospitasse dieci volte più batteri che cellule umane. Un'affermazione che la ricerca ha ormai superato. Uno studio pubblicato sulla rivista Cell nel 2016 ha dimostrato che il rapporto è molto più vicino all’equilibrio: circa 39 trilioni di batteri contro 30 trilioni di cellule umane, con una proporzione che varia da individuo a individuo. L’idea che fossimo dieci volte più batterici che umani ha affascinato, ma non corrisponde alla realtà scientifica. Questo nuovo dato non ridimensiona l’importanza del microbiota, ma aiuta ad avere una visione più precisa e meno sensazionalistica della sua presenza nel nostro corpo.

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Fibre e salute intestinale: serve equilibrio
«Più fibre uguale più benessere»? Non sempre. È vero che le fibre giocano un ruolo importante nella salute intestinale, ma è sbagliato pensare che siano una soluzione universale per tutti. Esistono fibre solubili, insolubili e fermentabili, e ognuna agisce in modo diverso sull’apparato digerente. In presenza di disturbi come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o di disbiosi, alcune fibre possono peggiorare i sintomi, provocando fermentazione, gonfiore, dolore o alterazioni dell’alvo. In questi casi può risultare utile una dieta a basso contenuto di FODMAP, che limita i carboidrati fermentabili e aiuta a ridurre i disturbi gastrointestinali. La chiave sta nella personalizzazione: capire quali fibre sono adatte al proprio organismo, in che quantità e in quali condizioni.

[idgallery id="2302740" title="Fibre: dove si trovano e come introdurle correttamente nella dieta"]
Probiotici: ogni ceppo ha la sua funzione
Non tutti i probiotici sono uguali, ed è un errore comune considerarli intercambiabili. Ne esistono centinaia di ceppi, ciascuno con effetti specifici, e non tutti sono indicati per ogni persona o condizione clinica. «Il successo di un probiotico non dipende solo dal ceppo, ma dal terreno intestinale, cioè dall’ambiente metabolico, nutrizionale e microbico individuale», spiega il dottor Biazzo. Un probiotico generico potrebbe non essere utile, o peggio, potrebbe alterare ulteriormente un equilibrio già fragile, soprattutto se contiene ceppi già in eccesso. È essenziale analizzare la situazione del singolo individuo, attraverso test del microbiota e valutazioni cliniche, per scegliere il ceppo adatto e creare le condizioni affinché possa svolgere la sua funzione correttamente.

[idarticle id="2551533,2199961" title="Probiotici, prebiotici e postbiotici: cosa sono e perché fanno bene all’intestino,Dieta ricca di fibre e tumori: perché migliora il microbioma e la risposta alle cure"]
Prodotti detox: un mito da superare
L’offerta di prodotti detox sul mercato è ampia e spesso allettante, ma non supportata da solide evidenze scientifiche. Tisane, integratori e bevande “depurative” promettono di purificare l’intestino e ristabilire l’equilibrio del microbiota, ma si tratta di affermazioni prive di fondamento. Il nostro corpo dispone già di meccanismi naturali ed estremamente efficienti per la detossificazione: fegato, reni, intestino e microbiota stesso. «L’unico detox che funziona davvero è ristabilire le condizioni ottimali affinché l’intestino faccia il suo lavoro», sottolinea Biazzo. Più che assumere sostanze miracolose, è necessario agire su quattro fronti concreti: ridurre alimenti e farmaci che alterano l’ecosistema, reintegrare nutrienti carenti, riequilibrare i ceppi benefici e modulare infiammazione e permeabilità intestinale.

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